martedì 7 giugno 2011

L'aratura...che fregatura




Premessa. L'uomo non può comprendere la natura
L'uomo si vanta di essere l'unica creatura con la capacità di pensare. Pretende di conoscere se stesso e il mondo naturale, e crede di poter usare la natura a proprio piacimento. È anche convinto che intelligenza sia sinonimo di forza e che qualsiasi cosa lui desideri sia alla sua portata.
L'umanità, evolvendosi, compiendo progressi nella scienza e ampliando smisuratamente la sua cultura materialistica, si è via via allontanata dalla natura ed è finita per costruirsi una civiltà propria, come un bambino capriccioso che si ribella alla madre. Tuttavia queste frenetiche attività, queste città gigantesche, hanno portato l'uomo verso gioie vuote e disumanizzate, verso la distruzione del proprio ambiente, mediante lo sfruttamento indiscriminato della natura. La dura punizione per esserci allontanati dalla natura e averla depredata dalle sue ricchezze, si è manifestata con l'impoverimento delle risorse naturali e alimentari, gettando un ombra oscura sul futuro del genere umano.
Dopo aver aperto gli occhi sulla gravità della situazione, l'uomo ha finalmente cominciato a considerare il da farsi, ma, a meno che non sia disposto a un serio esame di coscienza, non potrà fare a meno di seguitare sulla via della totale rovina.
Estraniatasi dalla natura, l'esistenza umana diventa vana, la sorgente vitale e la crescita spirituale si inaridiscono. L'uomo si ammala e si indebolisce sempre di più a causa della sua strana civiltà che altro non è se non un inutile lotta per un frammento di tempo e di spazio.
I concetti di giusto o sbagliato, di buono o cattivo, sono estranei alla natura, sono solo frutto della mente umana. Se ci ragioniamo sopra, scopriamo che ogni volta che qualcuno afferma che "questo è utile" oppure "questo è "valido" o anche "bisognerebbe fare questo o quello", è perchè l'uomo ha creato le condizioni che danno valore a questo o quello. Ci mettiamo nella condizione di sentirci persi senza qualcosa che in origine non ci era necessario e poi, per uscire da questa difficile situazione, ci inventiamo cose nuove chiamandole "progresso".

Danni causati dall'aratura alla struttura fisica del terreno.
''Per quanto riguarda l'argomentazione che l'aratura aumenta l'azoto disponibile per mezzo della nitrificazione, è come dire rovinare il proprio corpo per qualche beneficio temporaneo''.
Si pensa che arare serva a rimuovere il terreno e favorisca la penetrazione di aria, ma in realtà l'effetto è proprio quello opposto di compattare il terreno e diminuire la porosità.
Quando il contadino ara i suoi campi e rivolta il terreno con una zappa, sembra che questa operazione crei degli spazi per l'aria nel terreno e lo ammorbidisca. Ma l'effetto è lo stesso di quando si impasta il pane: rivoltando il terreno, l'agricoltore lo frantuma in particelle sempre più piccole che acquistano una disposizione fisica sempre più regolare con interstizi sempre più ridotti. Il risultato è un terreno più denso e più duro.
Si tratta in pratica di una misura di breve durata.
Nei campi che sono stati ripuliti dalle erbacce e accuratamente arati e ancora arati, l'aggregazione naturale del terreno in particelle piuttosto grandi viene disturbata; le particelle del suolo diventano sempre più piccole e finiscono per indurire il terreno.
I contadini più zelanti spesso gareggiano tra di loro nell'aumentare il numero delle arature.
Dire che arare il terreno è inutile non equivale a dire che rimuovere il terreno e aumentare la sua porosità non è necessario. No, infatti sono proprio io (Masanobu Fukuoka) a sottolineare, più di chiunque altro, quanto sia importante l'abbondanza di aria e di acqua nel terreno. È nella natura stessa del terreno gonfiarsi e diventare più poroso con il passare degli anni. Questo è assolutamente essenziale affinchè i microrganismi si moltiplichino nel terreno e questo diventi più fertile e le radici degli alberi penetrino in profondità nella terra. Credo che lavorare il terreno con l'aratro e con la zappa in realtà possa interferire con questi processi.
Non c'è bisogno di arare o migliorare un terreno perchè la natura sta lavorando per esso con i propri metodi da migliaia di anni. L'uomo ha legato le mani alla natura e ha preso lui le redini dell'aratro. Ma si tratta sempre di una mera imitazione della natura. Tutto ciò che ha realmente ottenuto è la padronanza dell'esposizione scientifica.
Nessuna ricerca, per quanto esaustiva, riuscirà a insegnare all'uomo tutto quello che c'è da sapere sul terreno ed egli certamente non potrà mai creare dei terreni ancor più perfetti di quelli esistenti in natura. Poichè la natura stessa è già perfetta. Semmai, i progressi nella ricerca scientifica insegano all'uomo quanto perfetto e completo sia un pugno di terra e quanto incompleta sia la conoscenza umana. Noi possiamo scegliere di vedere il terreno come qualcosa di imperfetto e prendere la zappa in mano o di affidare alla natura stessa il compito di lavorarlo.

Danni causari dall'aratura alla natura chimica e biologica del terreno.
Le piante, sebbene abbiano la capacità di trasformare l'energia solare in energia chimica che utilizzano per crescere, metabolizzare e riprodursi, hanno anche bisogno di altri elementi che sono incapaci di produrre direttamente. Per esempio hanno bisogno di azoto, di fosforo, di zolfo, di calcio, di magnesio, di potassio, e di oligo-elementi, ma per un approvvigionamento adeguato, le piante devono mobilitare questi elementi alterando il suolo attorno alle loro radici.
Un modo per fa ciò è stimolare l'attività dei microrganismi che allora accrescono la mobilitazione degli elementi nutritivi.
In un suolo non traumatizzato (non lavorato), l'azione degli organismi che vivono al suo interno crea costantemente una struttura in cui si mantengono sacche d'aria; inoltre, le radici in decomposizione lasciano passaggi che vengo colonizzati da batteri ad altra fauna microscopica e facilitano la circolazione dei lombrichi e/o delle formiche.
I batteri del suolo e tutte le altre creature che ci vivono sono i nostri partners nel mantenere il suolo fertile; la loro presenza si manifesta nella salute delle piante, delle colture in crescita e determina la salute del suolo nel suo complesso.
L'aratura, oltre a impedire questi processi, impedisce la produzione di etilene, che è un composto gassoso di grandissima importanza. L'etilene infatti, funge da regolatore essenziale dell'attività dei microrganismi del suolo, agisce sull'intensità del rinnovamento della materia organica, sul riciclaggio dei nutrienti delle piante e interviene smorzando gli effetti delle malattie provenienti dal suolo. L'etilene del suolo viene prodotto in quello che si chiama il ciclo Ossigeno-Etilene. Grazie a questo ciclo, la mobilitazione delle sostanze nutrienti avviene esattamente nel luogo in cui è richiesta dalle piante, cioè nella rizosfera (la porzione di terra a contatto con le radici).
L'etilene ha quindi un ruolo importantissimo sulla popolazione microbica del suolo. Nei suoli agricoli, in cui la produzione di etilene è impedita dall'aratura, anche questo meccanismo di mobilitazione delle sostenza nutritive (e con esse tutte le funzioni pocanzi descritte) viene inibito.
Invece, nell'atmosfera dei suoli imperturbati (non lavorati), come quelli delle praterie e delle foreste, l'etilene può essere continuamente rilevato; è ben dimostrato come negli ecosistemi naturali, dove esiste un rinnovamenteo lento ed equilibrato della materia ed un riciclo efficace dei nutrienti, le malattie provenienti dal suolo siano insignificanti.

Conclusioni
Più dello stupido che per ignoranza taglia un albero, il grande peccatore è l'uomo saggio che sa meglio, ma acconsente (M.Fukuoka)


Il testo oggetto di questo post è una rielaborazione parziale di alcuni testi di Masanobu Fukuoka (premessa, primo paragrafo e conclusioni) e di Emilia Hazelip (secondo paragrafo).

8 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao,e quindi se non aro i primi 10 cm(o freso)
come li metto i semi sottoterra?
graziesaluti

Toni Ferrara ha detto...

Come farebbe un bambino, con una buchetta.
La risp a questo tipo di domande è sempre: dipende!
Se mi dici che devi fare 10 ettari a seminativo la "mia" risp non sarebbe certamente 'con una buchetta'.
Ciao

Anonimo ha detto...

grazie,
pero' mettere 3000 semi su 1000 mcuadri ritengo necessario fresare,non crede?

Toni Ferrara ha detto...

La risposta (anche in questo caso, mi spiace) è "dipende" :-)
Dovremmo fare due discorsi separati tra *agricoltura di sussistenza* e *agricoltura per il mercato*.
Oggi continuiamo a ignorare la microbiologia del suolo e facciamo, anche in agricoltura, ragionamenti che stanno a galla solo perchè supportati dal discorso economico (che si fonda sempre su assunti lontani dal vero).
Ha visto il documentario "Soluzioni locali per un disordine globale"?
Potrebbe essere un buon punto di partenza.

Anonimo ha detto...

grazie per la risposta.
La mia è una agricoltura di sussistenza perchè di quei semi devono nascere piante che producono e sfamano me ed altri,non per vendita,tutt'al piu' baratto.

La fresatura diviene indispensabile,seppur limitata ai filari,in quanto i buchi da fare sarebbero 3000 e la sussistenza della mia schiena è direttamente proporzionale al numero di buchette.
Quindi ritengo che se freso i primi 10 cm,non creo alcun danno,tanto piu' che uso sovesciare tutta la pianta una volta esaurita.
saluti.

Anonimo ha detto...

MA VAFFANCULO

Anonimo ha detto...

Peccato che non ha piu' risposto all'ultimo commento dell'Anonimo del 2013.

Io non aro, ne passo col disco.
Passo col ripuntatore e poi con l'erpice a disco. Cosi non daneggio la struttura del suolo e la vita dei micro-organismi legati ai vari strati,
perche' non ribalto il terreno. ( E adopero sovesci, preparati biodinamici)

Pero' l'Anonimo ha ragione: come si fa a seminare senza fare i bucchi a mano un campo (anche un campetto) di grano, che ti serve per fare la farina e il pane per 2 famiglie?.....
Diventerebbe veramente interssante poter scambiare idee su come concretamente risolvere questo problema.. Che ne dice?

Cordiali Saluti e buona semina, (e mi chiedevo anche: lei pratica agricoltura che sia un attimino piu' esteso che un 'semplice' orto?)
Elisabeth

Anonimo ha detto...

L'erpice a molle, intendo, non l'erpice a disco. Scusami della confusione.